Alla fine del 1995, in località Ciopa, lungo le estreme propaggini meridionali del rilievo collinare su cui sorge l’attuale abitato di Mel durante i lavori di sistemazione di un orto privato venivano messi in luce alcuni brevi tratti di murature in pietra a secco. Il successivo intervento di scavo regolare condotto dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto ha consentito di riconoscere in tali strutture almeno due vani di età protostorica.
Questo primo ritrovamento, oltre a fornire una preziosa indicazione topografica per quanto concerne l'abitato, coevo alla necropoli di Mel, si accosta in termini di tipologia edilizia seminterrata con muri a secco ai moduli insediativi adottati presso i numerosi villaggi d'altura già noti delle prealpi vicentine e veronesi e mutuati dalla regione prealpina abitati dai Reti.
Nel 2000 nuovi scavi in località Ciopa hanno riportato alla luce un pozzo cisterna databile al I sec. d.C. da cui provengono numerosi vasi in ceramica (olle, boccali, opali, ecc.), un forchettone da fuoco in ferro, frammenti di macina in pietra lavica e altri reperti ora parte dell’esposizione museale. La prassi frequente di porre oggetti in pozzi-cisterne si collega a pratiche di culto che intendevano avvicinare le offerte alle divinità, se questa aveva potere nel mondo sotterraneo